02
Nov

“Alzare gli stipendi e spingere la produttività”

Il governo sta ragionando su un mix di strumenti quali il welfare aziendale e i premi di produttività per sostenere il reddito disponibile dei lavoratori, con un vantaggio per la competitività delle imprese.

In primis, si vorrebbero rafforzare i fringe benefit, strumento molto utile ad innalzare i salari (sono esentasse per i lavoratori), ma largamente sottoutilizzato. È stato il decreto Aiuti bis a innalzare, ma solo per il 2022, l’esenzione a 600 euro (da 258,32 euro era stato già portato a 516,46 euro) includendo anche le spese per le utenze domestiche, un aiuto molto sentito dalle famiglie. Oltre a questi 600 euro ci sono anche i 200 euro del buono carburante introdotto sempre dal governo Draghi. L’idea è quella di confermare l’intervento sui fringe benefit anche per il 2023; e se possibile innalzando ulteriormente il tetto a mille euro.

L’altra misura su cui si sta ragionando riguarda i premi di produttività, che stanno frenando. A ottobre, secondo l’ultimo report diffuso dal ministero del Lavoro, sono stati depositati appena 345 contratti (un anno prima, a ottobre 2021, erano 588). L’idea è quella di renderli più convenienti; oggi i premi di produttività sono tassati con una cedolare secca del 10% fino a 3mila euro annui, per redditi fino a 80mila euro. Le somme, come noto, sono riconosciute ai dipendenti al raggiungimento di incrementi di produttività, di redditività, qualità, efficienza e innovazione, ma un po’ la crisi e soprattutto i paletti molto rigidi messi dall’Agenzia delle Entrate per far scattare la tassazione agevolata stanno penalizzando la diffusione dell’istituto. Se poi il premio di produzione si converte in welfare è esentasse. Bene, l’esecutivo sta pensando di dimezzare la tassazione, abbassandola dal 10 al 5 per cento. Una fetta del governo, capeggiata dalla Lega, vorrebbe spingersi più in là fino ad azzerare le tasse ma al momento sono in corso gli approfondimenti tecnici con il ministero dell’Economia.

Queste proposte saranno oggetto del primo faccia a faccia tra la titolare del Lavoro, Marina Calderone, e le parti sociali convocate al ministero il 4 novembre, giorno in cui è atteso anche il consiglio dei ministri. «Abbiamo bisogno di alzare gli stipendi e spingere la produttività», ha sottolineato il neo sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon.