20
Lug

Durc di Congruità

 Il  Ministero del lavoro rende operativo il meccanismo del Durc di Congruità attraverso la pubblicazione del decreto registrato alla Corte dei Conti. Si tratta di un provvedimento anticipato da diversi atti: il decreto legge 76/2020 e l’accordo collettivo del 10 settembre 2020, che individua i nuovi indici di congruità, divisi per tipo di lavori e recepiti oggi dall’esecutivo. L’obiettivo è doppio: contrasto al lavoro nero e ai fenomeni di dumping contrattuale.

Il decreto agisce sui lavori pubblici, su quelli privati (solo sopra i 70mila euro), sui subappalti, ma anche in caso di lavoratori autonomi coinvolti nell’esecuzione. E riguarda tutte le attività «direttamente e funzionalmente connesse all’attività resa dall’impresa affidataria dei lavori, per le quali trova applicazione la contrattazione collettiva edile».

Il riferimento saranno i dati comunicati alla Cassa edile sul valore complessivo dell’opera e sul valore dei lavori edili previsti. Prima del saldo finale dei lavori, l’impresa dovrà richiedere proprio alla Cassa edile l’attestazione di congruità della manodopera. Qualora non sia possibile rilasciarla, le difformità riscontrate saranno comunicate in maniera analitica all’impresa, con l’invito a regolarizzare la sua posizione entro quindici giorni. Scaduto questo termine, scatterà l’iscrizione nella Banca dati delle imprese irregolari.

Gli effetti di un eventuale esito negativo sono molto pesanti. Il decreto, infatti, spiega che questo «incide, dalla data di emissione, sulle successive verifiche di regolarità contributiva finalizzate al rilascio per l’impresa affidataria del Durc online». Quindi, senza congruità non c’è Durc e l’impresa viene, di fatto, esclusa dal mercato.

Il Durc di Congruità sarà operativo a partire da novembre 2021.